martedì 10 aprile 2018

RECENSIONE: Mia madre mi ha abortita a 56 anni





TITOLO: Mia madre mi ha abortita a 56 anni

AUTORE: Giorgio Mameli

EDITORE: Giraldi Editore

PUBBLICATO: 26/02/2018

PAGINE: 190

PREZZO: € 12,00






TRAMA

“Te l’ho già detto che eri un impiccio, vero? Sì, lo so, te l’ho già detto ma mi fa bene ripetertelo e mi piace anche e te lo ripeterò ancora per tutte quelle volte che, in questi cinquantasei anni, avrei voluto urlartelo addosso ma poi non l’ho fatto. Eri un impiccio. Eri un impiccio. Eri un impiccio. Un impiccio che mi ha rovinato la vita.” Così Maria Luisa Molo, Isa per i famigliari, si rivolge alla figlia che si trova in ospedale in stato di coma. Isa Molo ritiene che la figlia, Ella Rizzi, le abbia rubato la giovinezza e tutto quanto lei si aspettava dalla vita. Donna ambiziosa e vanesia, disposta a tutto pur di evadere dal paese del sud in cui è nata, accetta di sposare un uomo di quindici anni più vecchio che le prospetta le bellezze e le opportunità della Milano del secondo dopoguerra. Ma accade l’imprevisto: rimane incinta durante il viaggio di nozze. La nuova condizione di madre a soli 24 anni fa saltare tutti i suoi piani e scombussola la sua vita. A nulla serviranno i suoi primitivi e ingenui tentativi di impedire la nascita della figlia. Dal momento del parto Maria Luisa ingaggia contro la figlia una terribile lotta sotterranea, silenziosa e inconfessata fatta di soprusi e vessazioni psicologiche che durerà per tutta la vita. Isa Molo abortì sua figlia in silenzio tutti i giorni per 56 anni fino al momento della confessione che per lei sarà anche il momento della liberazione. A raccontare e commentare la storia delle due donne sono due voci fuori campo: il medico che l’ha udita in presa diretta e un collega a cui la riporta. Uno sguardo esterno obliquo, da dietro il paravento, che entra nelle più enigmatiche e disturbanti profondità della signora Molo, un personaggio che scomoda le parti più oscure nascoste in ognuno di noi – rabbia, risentimento, rimozione, velleità, invidia, frustrazione – e nel coraggio di Ella, una “ragazza intrepida” piena di forza interiore e speranza.

RECENSIONE

Cari lettori,
prima di parlarvi di questo libro ho dovuto prendermi del tempo, per riflettere seriamente ed interamente.
Onestamente il metodo di narrazione del racconto non l’ho apprezzato particolarmente, mi distraeva un po’ dalla lettura, ma è altresì vero che la rendeva anche un po’ meno cupa e pesante.
Effettivamente quella di Isa non è una storia felice e semplice, ma probabilmente quella di sua figlia Ella è peggio. 
Un titolo appropriato ed attuale come pochi.
Un libro impegnativo, reso sostenibile dal medico che, gran pettegolo, origlia e ce la racconta, a noi e al suo collega in realtà. Sapete, se dovessi parlarvi approfonditamente di questo libro avrei paura, di spifferare e raccontare l’intreccio psicologico che effettivamente si cela dietro le parole di questo autore. Forse, un libro come ho già detto un po’ malinconico, ma fondamentalmente istruttivo e profondo. 
Una lettura che va intrapresa con un po’ di coscienza e alla fine merita un attimo di meditazione. 
Un autore capace di prenderti per mano e farti affrontare una lettura intensa, capace di cullarti e spiegarti, un pifferaio magico che mi ha stregata già dalle primissime righe.
Mi sento di consigliarvelo, perché fa rivivere una Milano retrò e fa vivere una mamma particolare, forse snaturata, ma sostanzialmente diversa dalle altre. 
Ma ora mi sorge un dubbio, siamo proprio sicure che l'istinto materno esiste?

Un bacio

C.

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