martedì 5 luglio 2016

Intervista a Daniela Volonté su "Non chiamarmi di lunedì"





Intervista a Daniela Volontè, autrice di "Non chiamarmi di lunedì", che ha risposto alle nostre domande.


Daniela Volontè




Lodoredeilibri7: Da dove ha origine la tua passione per i romanzi d'amore?

Daniela: Un saluto a tutti. A dir la verità ho ripreso a studiare dopo che ero diventata mamma per la seconda volta e tra il lavoro, lo studio e due bimbi piccoli non avevo tempo per leggere. Poi, quando ho finito l’università, mi sono buttata sui romanzi rosa e da allora non ho più smesso.

Lodoredeilibri7:  Ci sono state esperienze tue personali  che ti hanno ispirato la stesura del romanzo?

Daniela: Grazie al web mi è possibile descrivere luoghi in cui non sono mai stata, perché scovo in rete immagini e notizie molto dettagliate, ma non posso descrivere dei sentimenti se non li ho mai provati. Perciò tutte le emozioni a cui faccio cenno, arrivano dalle mie esperienze personali e dal mio bagaglio di sensazioni, anche se le vicende narrate non sono mai direttamente le mie.

L: Un libro che ami?

D: Il cavaliere d’inverno. E Proibito. E Io prima di te. E Forse un giorno. E molti altri… Moltissimi. ;-)

L: Perché il titolo “Non chiamarmi di lunedì”?

D: A essere onesti è un titolo voluto dalla casa editrice, ma mi piaceva molto perché era davvero insolito rispetto a molti altri. Il lunedì è il giorno in cui di norma si riprende la vita lavorativa, dopo il weekend simbolo di libertà. Quindi rappresenta un po’ le responsabilità in antitesi alla libertà della domenica. Un po’ come i due protagonisti che sembrano in contrapposizione tra di loro.

L: Greta è un personaggio forte sul lavoro e “debole” nella vita reale, ci spieghi questo carattere così particolare?

D: È semplice. Credo che nella vita tutti abbiamo un lato forte e un lato debole e con Greta mi è piaciuto molto accentuare questo contrasto dandole un lavoro molto duro a livello di responsabilità e una vita privata piena d’insicurezze. Mi piace giocare con i personaggi e mi piace ancora di più tentare di far cambiare l’idea al lettore su di loro. Non so se riesco in questo intento, ma mi stuzzica molto creare un personaggio inizialmente antipatico e poi far arrivare il lettore a tifare per lui/lei.

L: Greta è un “tagliatore di teste” come mai questa professione? Ti devo confessare che comunque l’ho adorata, e mi ha colpita dato che nell’immaginario collettivo la attribuiamo prevalentemente agli uomini.

D: Ops… credo di aver risposto sopra! Come dicevo prima un po’ per accentuare il contrasto tra la sua parte forte e la debolezza nella sua vita privata, nei suoi rapporti interpersonali. Ma anche perché di solito le mie protagoniste sono sempre molto femminili, crocerossine e materne… Perciò per una volta volevo disegnare una protagonista con gli attributi! :-D

L: Ti sei ispirata a qualcuno in particolare rispetto al personaggio di Patrik e alle sue caratteristiche fisiche così insolite? (Mi riferisco ai colori degli occhi e della pelle).

D: Fisicamente sì, è uno dei pochi personaggi che ho costruito rifacendomi a un attore. Jessie William di Grey’s Anatomy. Ero partita che volevo scrivere di un uomo mulatto, così cercando in rete, ho visto lui e mi è sembrato perfetto!

L: Un po’ di psicologia dei personaggi: la famiglia di Patrik è posata e in qualche modo rilassata, nonostante il dolore interiore dovuto alla morte della gemella, e a rendere le cose più difficili c’è la somiglianza della figlia del fratello di Patrik… Ho trovato strano tutta quella situazione troppo tranquilla, che si contrapponeva al dolore e alla irruenza di Patrik.

D: Ritengo semplicemente Patrik un uomo che vive nella sua compostezza. Che non fa trapelare nulla al mondo esterno, ma che davanti a un punto di non ritorno, diventa un vulcano in eruzione. Ho tenuto molto presente le sue origini svedesi. Le famiglie nordiche sono abituate a figli che vivono a centinaia di chilometri di distanza, sempre in movimento eppure sempre unite nella loro pacatezza. Inoltre questa famiglia ha il filo della sofferenza che unisce ogni componente, quindi credo che sia più questa la loro caratteristica.

L: L’imbroglio o malinteso tra Patrik e Greta voleva dare una svolta anche ironica alla storia? E aveva anche il fine di accentuare ancora di più la fragilità ed il senso di colpa che in realtà celava benissimo “la Ldy di ferro”?

D: Direi entrambi gli aspetti. Tendenzialmente io amo leggere libri con qualche drammone e di solito scrivo libri con vicissitudini più pesanti, qui invece ho voluto mettermi alla prova e inserire dei momenti ironici, giocati sui malintesi.

L: Cosa vorresti dire in merito al tuo romanzo?

D: Se alla fine della lettura lascerà al lettore un sorriso o un messaggio positivo, oltre che ad aver fatto trascorrere qualche ora leggera e piacevole, ne sarò davvero felice.

L: Questo è il tuo terzo romanzo, dopo il successo (meritatissimo) del mio adorato “Buonanotte amore mio” e di “L’amore è uno sbaglio straordinario”, quali erano le tue aspettative in merito a “Non  chiamarmi di lunedì”?

D: Ogni nuova uscita è una sfida contro se stessi e sinceramente per me è più traumatizzante della prima. Tento di fare del mio meglio nella costrizione della storia, dei personaggi e soprattutto di migliorare la mia scrittura, ma non posso fare altro. Un lettore si affeziona a una storia per i più svariati motivi. Perché gli ricorda se stesso, per quello che lui avrebbe voluto vivere, perché gli ricorda qualcosa o perché gli piace un personaggio in particolar modo… Insomma mille spiegazioni. Perciò il massimo sarebbe che ogni nuovo libro piaccia più del precedente, ma mi accontento che il lettore ami una storia anche precedente, ma magari noti una crescita nel libro nuovo.
Grazie la bella chiacchierata! Un saluto a tutti.



Siamo noi a ringraziare te Daniela, per la tua disponibilità. Ti assicuriamo che sei una scrittrice fantastica e che sei riuscita nel tuo intento.

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