martedì 19 aprile 2016

Intervista a Lucrezia Scali su "Te lo dico sottovoce"




Lucrezia Scali ha risposto alle nostre domande e per questo la ringraziamo.
Di seguito l'intervista.


Lucrezia Scali
autrice di
"Te lo dico sottovoce"


















Lodoredeilibri7: Da dove ha origine la tua passione per i romanzi d'amore?

Lucrezia: Ciao e grazie mille per l’opportunità. Allora, non so dirti con l’esattezza quando ha avuto origine la passione per i romanzi d’amore, anche perché io leggo di tutto ma scrivo principalmente romance. Non so, forse perché l’amore è il motore della vita, qualcosa che accomuna un po’ tutti noi.

Lodoredeilibri7: Ci sono state esperienze personali tue che ti hanno ispirato la stesura del romanzo?

Lucrezia: Assolutamente, sì. A partire dal cane della protagonista che è il mio cane, Bubu, e tante altre piccole cose che fanno parte dei miei ricordi di bambina e di persone che ho realmente conosciuto. Ovviamente la maggior parte è tutta opera di fantasia.

Lodoredeilibri7: Un libro che ami?

Lucrezia: Uno? Per una persona che legge in media 100 libri all’anno è praticamente impossibile. Però voglio dirti Piccole donne.

L: Io adoro gli animali ed ho un cane, quindi mi interessa molto l'argomento pet therapy da te 
trattato con grande maestria e conoscenza. Parlami del legame che può trasformare l'amore e la compagnia di una animale in terapia.

Lu: Ho deciso di parlare di pet therapy perché è un argomento ancora poco approfondito in Italia, anche se devo ammettere che nell’ultimo periodo ci sono state diverse novità. Io credo nell’amore incondizionato che può donare un animale, e questo può solo fare del bene alle persone. Loro non ti giudicano, loro non hanno preferenze, loro non ti voltano le spalle, ma sono sempre lì pronti a regalarti il loro entusiasmo. Come può qualcosa di così spontaneo e genuino fare del male a dei pazienti? È stato riscontrato che gli animali possiedono una serie di qualità terapeutiche che riescono a migliorare la qualità della vita di un paziente, ovvio non a termine di guarigione.

L: Sempre relativo alla domanda precedente, nel libro si fa un accenno a coloro che sono contrari a questa pratica, cosa vorresti dire a chi nella vita reale ha questa visione della pet therapy?

Lu: Il discorso è molto ampio, c’è chi non approva la pet therapy ma sono scelte discutibili, mentre non tollero chi non rispetta gli animali. Non posso essere amica di una persona che maltratta il proprio animale, che lo usa per scopi di lucro, che lo prende e poi lo abbandona e potrei andare avanti per ore. Ecco, dovrebbero ricevere lo stesso trattamento.

L: Essendo tu una veterinaria ed essendo l'argomento "animali" un tema fondamentale del libro, voglio farti una domanda delicata. Ad oggi sono purtroppo molto frequenti i maltrattamenti sui nostri amici a quattro zampe, ci potresti parlare delle tue esperienze in proposito?

Lu: In realtà devo ancora laurearmi. Posso dirti che ho voluto inserire in questo romanzo alcune delle tematiche che mi stanno molto a cuore. In Te lo dico sottovoce si parla di lotte tra cani, abbandono, maltrattamenti, e ho voluto mettere in luce queste situazioni che si verificano ogni giorno, per cercare di sensibilizzare un po’ il lettore a riguardo.

L: Un po’ di psicologia dei personaggi: la figura del padre di Mia è ambigua. All'inizio è sottomesso alla moglie, poi sembra cambiare decidendo di pensare con la sua testa. Spiegheresti il percorso di crescita di questo personaggio? Come mai solo alla fine decide di uscire dal suo guscio?

Lu: Il personaggio del padre è una figura che mi ha creato un po’ di difficoltà nel descriverlo. Sarà perché ho un rapporto un po’ travagliato con il mio papà, e quindi volevo creare un personaggio in grado di ribellarsi. Ecco, volevo che uscisse fuori la sua vera natura e che si riscattasse, rompendo tutti gli schemi e le imposizioni della moglie e della famiglia in generale. In fondo Mia ha ereditato anche metà dei geni da parte del padre, no? J

L: Il passato difficile dei due protagonisti è la parte drammatica del libro. Come mai la scelta di dare un così grande peso alle esperienze passate? Che genere di rapporto hai con il tuo vissuto?

Lu: Ognuno di noi è il risultato dell’educazione e delle esperienze che ha vissuto. Non tutti hanno avuto la fortuna di avere una vita perfetta e senza una minima crepa, io in prima persona. Così l’idea di inserire due personaggi molto diversi tra loro, ma entrambi segnati da un dolore simile. Metterli a nudo in questo modo è stato un po’ come mettere a nudo me stessa, facendo risaltare le paure e gli ostacoli della vita.

L: Cosa vorresti dire in merito al tuo romanzo?

Lu: Io sono negata nel promuovere quello che faccio e rischio di ottenere il risultato opposto. Che dire? Io ho messo tutto il mio cuore in questa storia e spero che possa regalare qualche emozione anche a chi lo legge.

L: Ti aspettavi il successo che hai avuto?

Lu: Non so se possiamo chiamarlo successo. In realtà il mio successo è stato quello di arrivare in libreria e vedere il mio libro esposto. Tutto il resto è stato qualcosa di inaspettato e che mi fa scoppiare il cuore di gratitudine per chi ha deciso di darmi un’opportunità.

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