sabato 11 giugno 2016

RECENSIONE: Storia di una ladra di libri

TITOLO: Storia di una ladra di libri

AUTORE:  Markus Zusak

EDITORE:  Sperling & Kupfer

COLLANA: Pickwick

PUBBLICATO: 03/11/2015

PAGINE: 563

PREZZO: €14,00











TRAMA

E' il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è con il fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto così tanto da fare, ed è solo l'inizio.
Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé.
Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria; prima strappa i libri ai roghi nazisti perché “ai tedeschi piaceva bruciare le cose. Negozi, sinagoghe, case e libri”, poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo.
Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina,il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto. 

RECENSIONE

Premetto che non ho visto il film, ma mi aveva incuriosita tutta la pubblicità che ne veniva fatta. Così è arrivato lui in estate, per il mio onomastico, e me ne sono innamorata dalle prime righe.
All'inizio della lettura mi sono trovata un po' spiazzata perché non si riesce a capire chi sia il narratore, ma appena la Morte, si proprio lei, si rivela, il ritmo diventa incalzante.
Mi ha affascinato la personificazione della Morte e che addirittura narri l'intera storia, è un fatto insolito e fa vedere tutto da una prospettiva diversa perché, diciamolo, chi si è mai messo nei panni della morte?
Il libro inizia con la Morte che racconta il suo lavoro, un lavoro che non è facile, lo dice lei stessa, e nella Germania nazista del 1939 aveva un gran lavoro da svolgere. Si ricorda che proprio in quel periodo ha incontrato Liesel per la per la prima volta, l'ha vista rubare il primo libro.
Per la ladra aver trovato quel libriccino è come aver trovato un tesoro, un balsamo per l'anima. La sua vita è già difficile a 10 anni quando deve fuggire dalla sua casa, lasciare la madre e insieme al fratello andare da una famiglia adottiva, gli Hubermann, per scappare al nazismo. Nel gelido inverno il fratello non ce la fa, ed è proprio vicino alla sua tomba che la bambina trova il primo libro.
Grazie al padre adottivo impara a leggere, e grazie alle parole dei libri tiene in vita un ebreo che la sua famiglia tiene nascosto in cantina.
La bambina impara da subito a coltivare l'amore per i libri che saranno per lei un rifugio per scappare da tutto ciò che la circonda: i soldi e il cibo scarseggiano, la scuola è difficile, viene derisa dai compagni per via del suo bassissimo livello di istruzione, inoltre la notte ha continui incubi.
Liesel salva i libri, soprattutto quelli in pericolo. E alla fine sono loro a salvare lei.
Anche se Liesel è la protagonista principale, ci sono altri personaggi che ruotano intorno a lei: il padre adottivo è la figura più ricorrente, è colui che le insegna a leggere e a scrivere, ma soprattutto la aiuta a creare dei legami affettivi. Rudy, l'amico che abita nella stessa strada, con cui vivrà molte avventure e che l'aiuterà nei furti, e Max, l'ebreo che si nasconde in cantina, con cui creerà una bellissima amicizia.
Ci sono continui flashback e anticipazioni che fa la Morte per spiegare meglio la vita della famiglia Hubermann, ma grazie alla narrazione scorrevole non si fa fatica nella lettura, anzi secondo me è proprio grazie a questo che il lettore rimane incollato alle pagine.
Libro molto commovente (non vi dico quante lacrime ho versato) che ci ricorda le violenze del Nazismo, che vengono descritte con gli occhi di Liesel.
Consiglio la lettura a tutti, soprattutto a chi ama la leggere perché sa trasmettere la capacità che hanno i libri di nutrire lo spirito.

Leggetelo, leggetelo, leggetelo!

Federica Becherucci

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