TITOLO:
Alle fonti del Nilo
AUTORE: Wilbur Smith
EDITORE:
Longanesi
COLLANA:
La Gaja scienza
PUBBLICATO:
01/01/2007
PAGINE:
631
PREZZO:
€19,60
TRAMA
Dopo un
interminabile viaggio nelle terre più remote del mondo conosciuto, per il mago
Taita e il fedele Meren è tempo di far ritorno in Egitto. La loro amata patria
è afflitta da piaghe senza fine: sulle regioni del Nilo, già stremate da lunghi
anni senza esondazioni, si è abbattuto il flagello della peste, che non ha
risparmiato neppure i figli del faraone Nefer Seti. E mentre i nemici di sempre
tramano per mettere le mani sul regno, su di esso piomba una nuova, penosa
calamità: il fiume, da sempre fonte di vita e di prosperità, si è ridotto a una
catena di pozze fangose del colore del sangue. Uno scenario drammatico in cui,
impalpabile come la tela di un ragno velenoso, si diffonde il culto di una
nuova, misteriosa dea dagli straordinari poteri. Un culto che sta affondando i
suoi artigli nel seno stesso della famiglia reale. Disperato, il faraone chiede
a Taita di rimettersi in cammino. Solo il grande stregone, forte dei nuovi
poteri ottenuti grazie agli arcani riti custoditi nella lontana Asia, ha
qualche speranza di scoprire e sconfiggere la minaccia che si annida alle fonti
del Nilo. Ha così inizio un pericoloso viaggio lungo il maestoso letto del
fiume, descritto con grande talento narrativo e ineguagliabile ricchezza di
dettagli, nel quale alle insidie che minacciano la spedizione si aggiunge la
sfida letale del mago con le forze oscure in agguato fuori e anche dentro di
sé...
RECENSIONE
A
prima vista questo libro può spaventare. Non scherzo, è un tomo di tutto
rispetto, lungo più di 600 pagine, quindi trovandomelo tra le mani sono andata
a sbirciare la trama per capire di cosa parlasse. L’antico Egitto, magia, cose
del genere, che mi hanno convinta a leggerlo. L’ho iniziato sperando che non
fosse troppo pesante, perché diciamocelo chiaramente, 600 pagine sono tante ed
il formato è anche bello sostanzioso.
Comunque
fin dalle prime pagine ho trovato la lettura bella e scorrevole, tanto che non
ho avuto alcun dubbio sul fatto che sarei arrivata alla fine senza problemi.
L’autore è un maestro nel suo lavoro (ovviamente il testo che ho letto io era
quello tradotto in italiano) e su questo non si discute. Descrizioni brevi ma
efficaci, personaggi dalle caratteristiche molto interessanti, il tema del
viaggio e la bellezza dei luoghi immaginati dall’autore tengono incollati al
libro.
Una
nota che ci tengo subito a fare è che il libro per tutta la sua durata è un po’
a “luci rosse”, specialmente alla fine, ma se la cosa non vi infastidisce
allora non c’è problema.
Tornando alla
storia, questa inizia bene, i due protagonisti che visitano luoghi sconosciuti,
l’iniziazione del mago alle arti magiche più profonde ecc, ma poi…
Sì
perché c’è un ma. La storia è bella solo all’inizio, parlo della prima metà
della lettura circa, poi cade nel banale.
Mi spiace, ma è la verità. Tutto sembra procedere a colpi di coincidenze
che poi coincidenze non sono, preparando palesemente l’arrivo di un personaggio
che, si capisce subito, avverrà. Da lì in poi ogni cosa che accade serve per la
realizzazione del lieto fine che, a questo punto, sarebbe stato meglio non ci
fosse, almeno sarebbe stato l’unico colpo di scena presente in un libro così
lungo.
Per
non parlare poi della caratterizzazione dei personaggi che inizialmente mi
erano così piaciuti. Il protagonista è perfetto dalla testa ai piedi, l’unica
pecca è che è vecchio, e non vecchio normalmente ma della stessa età di Matusalemme.
Però tranquilli, l’autore troverà il modo di porre rimedio anche a questo. In
più è un eunuco… ma non lo resterà per molto (!!!). La protagonista è anche peggio, bellissima,
bravissima, eccellente in tutto ciò che fa ed innamorata del suo maestro alla
follia. Quando entra in scena è una bambina, ma crescerà molto (molto) in
fretta. La cosa vi suggerisce nulla?
La
cosa peggiore però è che tutti i personaggi mi sono sembrati privi di anima,
tranne Meren, l’unico che ho davvero apprezzato dall’inizio alla fine.
Inoltre
incombe su tutta la vicenda l’ombra di
un nemico invincibile: Eos la strega. Di lei si dice che è così potente da
comandare le forze della natura, può piegare facilmente qualsiasi essere umano
al suo volere manipolandolo con la sua bellezza infinita, vive da centinaia di
anni (pure lei) e mai nessuno è riuscito a sconfiggerla, invece lei ha
distrutto facilmente gli uomini più potenti della Terra e messo in ginocchio
l’Egitto prosciugando il Nilo.
E
volete sapere quanto ci impiega il nostro eroe protagonista del libro a
sconfiggere cotanto nemico? Una pagina e mezza. Non scherzo. Proprio una pagina
e mezza. Su seicento pagine Smith avrebbe potuto dedicarcisi un po’ di più ma
no, non lo ha fatto. L’ha tolta dai piedi in fretta e furia.
E
vissero felici e contenti.
Niente,
è tutto. L’unica cosa che ho mancato di dirvi è che questo libro è parte di una
saga che io non ho letto, ma siccome è abbastanza slegato dagli altri capitoli
non ho avuto difficoltà a capire. Del resto, parlando con appassionati di
questa saga egizia che hanno avuto modo di leggerne tutti i libri, ho appreso
che la loro delusione è anche peggiore della mia. Tutti mi hanno detto che, a
loro parere, l’autore con questo capitolo è riuscito a rovinare una delle più
belle saghe che hanno letto. Qui non posso mettere bocca, ma posso
sconsigliarvi vivamente questa lettura.
Vi
saluto
E.
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