giovedì 9 giugno 2016

RECENSIONE: Alle fonti del Nilo

TITOLO: Alle fonti del Nilo

AUTORE:  Wilbur Smith

EDITORE: Longanesi

COLLANA: La Gaja scienza

PUBBLICATO: 01/01/2007

PAGINE: 631

PREZZO: €19,60











TRAMA

Dopo un interminabile viaggio nelle terre più remote del mondo conosciuto, per il mago Taita e il fedele Meren è tempo di far ritorno in Egitto. La loro amata patria è afflitta da piaghe senza fine: sulle regioni del Nilo, già stremate da lunghi anni senza esondazioni, si è abbattuto il flagello della peste, che non ha risparmiato neppure i figli del faraone Nefer Seti. E mentre i nemici di sempre tramano per mettere le mani sul regno, su di esso piomba una nuova, penosa calamità: il fiume, da sempre fonte di vita e di prosperità, si è ridotto a una catena di pozze fangose del colore del sangue. Uno scenario drammatico in cui, impalpabile come la tela di un ragno velenoso, si diffonde il culto di una nuova, misteriosa dea dagli straordinari poteri. Un culto che sta affondando i suoi artigli nel seno stesso della famiglia reale. Disperato, il faraone chiede a Taita di rimettersi in cammino. Solo il grande stregone, forte dei nuovi poteri ottenuti grazie agli arcani riti custoditi nella lontana Asia, ha qualche speranza di scoprire e sconfiggere la minaccia che si annida alle fonti del Nilo. Ha così inizio un pericoloso viaggio lungo il maestoso letto del fiume, descritto con grande talento narrativo e ineguagliabile ricchezza di dettagli, nel quale alle insidie che minacciano la spedizione si aggiunge la sfida letale del mago con le forze oscure in agguato fuori e anche dentro di sé...


RECENSIONE

A prima vista questo libro può spaventare. Non scherzo, è un tomo di tutto rispetto, lungo più di 600 pagine, quindi trovandomelo tra le mani sono andata a sbirciare la trama per capire di cosa parlasse. L’antico Egitto, magia, cose del genere, che mi hanno convinta a leggerlo. L’ho iniziato sperando che non fosse troppo pesante, perché diciamocelo chiaramente, 600 pagine sono tante ed il formato è anche bello sostanzioso.
Comunque fin dalle prime pagine ho trovato la lettura bella e scorrevole, tanto che non ho avuto alcun dubbio sul fatto che sarei arrivata alla fine senza problemi. L’autore è un maestro nel suo lavoro (ovviamente il testo che ho letto io era quello tradotto in italiano) e su questo non si discute. Descrizioni brevi ma efficaci, personaggi dalle caratteristiche molto interessanti, il tema del viaggio e la bellezza dei luoghi immaginati dall’autore tengono incollati al libro.
Una nota che ci tengo subito a fare è che il libro per tutta la sua durata è un po’ a “luci rosse”, specialmente alla fine, ma se la cosa non vi infastidisce allora non c’è problema.
Tornando alla storia, questa inizia bene, i due protagonisti che visitano luoghi sconosciuti, l’iniziazione del mago alle arti magiche più profonde ecc, ma poi…
Sì perché c’è un ma. La storia è bella solo all’inizio, parlo della prima metà della lettura circa, poi cade nel banale.  Mi spiace, ma è la verità. Tutto sembra procedere a colpi di coincidenze che poi coincidenze non sono, preparando palesemente l’arrivo di un personaggio che, si capisce subito, avverrà. Da lì in poi ogni cosa che accade serve per la realizzazione del lieto fine che, a questo punto, sarebbe stato meglio non ci fosse, almeno sarebbe stato l’unico colpo di scena presente in un libro così lungo.
Per non parlare poi della caratterizzazione dei personaggi che inizialmente mi erano così piaciuti. Il protagonista è perfetto dalla testa ai piedi, l’unica pecca è che è vecchio, e non vecchio normalmente ma della stessa età di Matusalemme. Però tranquilli, l’autore troverà il modo di porre rimedio anche a questo. In più è un eunuco… ma non lo resterà per molto (!!!).  La protagonista è anche peggio, bellissima, bravissima, eccellente in tutto ciò che fa ed innamorata del suo maestro alla follia. Quando entra in scena è una bambina, ma crescerà molto (molto) in fretta. La cosa vi suggerisce nulla?
La cosa peggiore però è che tutti i personaggi mi sono sembrati privi di anima, tranne Meren, l’unico che ho davvero apprezzato dall’inizio alla fine.
Inoltre incombe su tutta la vicenda  l’ombra di un nemico invincibile: Eos la strega. Di lei si dice che è così potente da comandare le forze della natura, può piegare facilmente qualsiasi essere umano al suo volere manipolandolo con la sua bellezza infinita, vive da centinaia di anni (pure lei) e mai nessuno è riuscito a sconfiggerla, invece lei ha distrutto facilmente gli uomini più potenti della Terra e messo in ginocchio l’Egitto prosciugando il Nilo.
E volete sapere quanto ci impiega il nostro eroe protagonista del libro a sconfiggere cotanto nemico? Una pagina e mezza. Non scherzo. Proprio una pagina e mezza. Su seicento pagine Smith avrebbe potuto dedicarcisi un po’ di più ma no, non lo ha fatto. L’ha tolta dai piedi in fretta e furia.
E vissero felici e contenti.
Niente, è tutto. L’unica cosa che ho mancato di dirvi è che questo libro è parte di una saga che io non ho letto, ma siccome è abbastanza slegato dagli altri capitoli non ho avuto difficoltà a capire. Del resto, parlando con appassionati di questa saga egizia che hanno avuto modo di leggerne tutti i libri, ho appreso che la loro delusione è anche peggiore della mia. Tutti mi hanno detto che, a loro parere, l’autore con questo capitolo è riuscito a rovinare una delle più belle saghe che hanno letto. Qui non posso mettere bocca, ma posso sconsigliarvi vivamente questa lettura.

Vi saluto

E.

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