venerdì 3 febbraio 2017

RECENSIONE: Il museo dell'inferno



TITOLO:  Il museo dell'inferno

AUTORE: Derek Raymond

EDITORE: Time Crime

COLLANA:  Narrativa

PUBBLICATO:  19/01/2017

PAGINE:  202

PREZZO: €16,90








TRAMA

Quali abissi deve aver attraversato l’anima di un uomo capace di fare a pezzi i corpi delle proprie vittime per ricomporli poi con dedizione maniacale, estatica, come un artista che plasmi la sua materia per l’allestimento di una galleria degli orrori? È la domanda che il sergente della sezione Delitti irrisolti dovrà porsi se vorrà venire a capo di un’indagine in cui si ritrova quasi per caso ma che con i sui lacci logori rischia di intrappolarlo. Donne che scompaiono, sospetti che il più delle volte sembrano infondati, strani e indecifrabili comportamenti, identità improbabili, destinate a rivelarsi false: sono questi gli elementi in mano al sergente. A lui e ai suoi uomini spetta addentrarsi nel mondo che ha nutrito il serial killer, tra le nebbie di un’apparente normalità che invece cela tra le sue pieghe l’orrore, e dove la violenza trova il suo compimento più aberrante. Un viaggio angosciante e pericoloso, percorso tra i corridoi bui di un museo labirintico in cui mai saremmo voluti entrare, e dove le uniche luci sono quelle che illuminano la violenza più cieca.

RECENSIONE

Questo libro è stato fin dall'inizio molto interessante. Credevo si trattasse di un giallo, ma in realtà si tratta dell'analisi psicologica di un assassino seriale, il che in effetti fa di questo romanzo un giallo, tuttavia è dato poco peso all'indagine e al mistero. Fin da subito si sa praticamente tutto, chi è l'assassino, chi la vittima, come ha ucciso e perché. La polizia deve incastrare il colpevole e la questione occupa ben poco della trama per lasciare spazio ai deliri del killer, alle sue analisi introspettive e a quelle dei detective che gli stanno alle costole.
Detto così potrebbe sembrare noioso, invece non lo è. Ho trovato interessante la descrizione fin troppo reale ed inquietante che l'autore fa dei ragionamenti del suo personaggio più malvagio, anche se i racconti degli omicidi sono davvero molto cruenti e ricchi di dettagli veramente raccapriccianti. È una lettura inquietante e viva, crudele ma estremamente scorrevole.
Quasi tutti i personaggi mi sono stati anticipatici, forse tutti davvero, ma anche questa se vogliamo è un'abilità interessante di chi scrive. L'unico vero protagonista rimane il nostro assassino che alla fine, e questa sì che è stata una parte che ho trovato veramente noiosa, viene interrogato da uno psichiatra allo scopo di individuare i tratti distintivi della personalità di un pluriomicida.
La scrittura è scorrevole, le descrizioni brevi e sommarie, molto profondo ed affascinante lo studio che sta dietro alla stesura di un romanzo così che secondo me non tutti riescono ad apprezzare.

Vi saluto
E.

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